2019 -WIP

For centuries, the Salento has undergone the long and laborious practice of preparing the soil, known as ‘spietramento’, to make it suitable for cultivation. The farmers found a large quantity of limestone in the soil, which they used to build thousands of kilometres of dry-stone walls to mark off plots of land and roads, small makeshift shelters characterised by their conical shape for storing tools and serving as temporary dwellings, sheepfolds and specchie for drying tomatoes and figs . This dry-stone construction technique is generally handed down from father to son.
Today, most of these constructions are in ruins and abandoned, even though they are protected and listed as intangible cultural heritage by UNESCO. Restoration, protection and enhancement are carried out mainly for tourism purposes.
The choice of the Polaroid reflects its status as a unique coy, and its sensitive and unstable medium, which undergoes perpetual transformation over time. The empty spaces in the installation evoke all the constructions that have not yet been documented, that no longer exist and that will potentially disappear. To date, the series comprises 250 Polaroids taken in the town of San Vito dei Normanni.

* Names in Italian and Salento dialect of some rural constructions


Il Salento è stato sottoposto per secoli alla lunga e laboriosa pratica del- la preparazione del terreno, detta spietramento, per renderlo adatto alla coltivazione. I contadini hanno trovato nella terra una grande quantità di pietre calcaree, che hanno impiegato nella costruzione di migliaia di chilometri di muretti a secco per delimitare gli appezzamenti di terreno e le strade, di piccoli ricoveri di fortuna caratterizzati dalla forma conica per riporre gli attrezzi e fungere da abitazioni temporanee, di ovili e di specchie per essiccare pomodori e fichi. Questa tecnica di costruzione di pietra a secco viene generalmente tramandata di padre in figlio.
Oggi la maggior parte di queste costruzioni sono in rovina e abbandonate, anche se sono protette e inserite nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Gli interventi di restauro, protezione e valorizzazione vengono effettuati perlopiù a scopo turistico.
La scelta della polaroid riflette il suo statuto di copia unica, sensibile ed instabile, soggetto a perpetue trasformazioni con il passare del tempo. Gli spazi vuoti dell’installazione evocano tutte le costruzioni non ancora documentate, che non esistono più e che potenzialmente scompariranno. Ad oggi, la serie comprende 250 polaroid scattate nella città di San Vito dei Normanni.

* Nomi in italiano e in dialetto salentino di alcune costruzioni rurali 





Installation at École Nationale Supérieure de la Photographie d’Arles, France, 2024